Il piacere di guida di un’auto elettrica!
Il nostro lettore sig. Franco Fellicò, appassionato di auto e possessore di un’auto elettrica, ci racconta senza alcuna velleità tecnica, come si guida un’auto elettrica. La sua esperienza, sarà di aiuto per gli scettici della mobilità elettrica. Buona lettura!
L’auto elettrica spiegata a chi non sa niente di motori…
Ho più volte cercato di far capire quanto complicato ed inefficiente sia un motore termico e quanto semplice ed efficiente sia invece un motore elettrico, ma poi ho capito che sono in molti quelli che di motori non solo non capiscono niente, ma in più non hanno neanche nessuna voglia di capirne. Ho pensato allora di illustrare le differenze tra i due tipi di auto a tali automobilisti che mi sembrano anche molto numerosi. Mi rivolgerò quindi a quelli che non hanno mai aperto il cofano della propria auto e che la guidano da anni senza esserci mai chiesto come fa a muoversi.
Non farò mai riferimento a fatti tecnici anche se importanti e non parlerò mai di chilowatt ma sempre e solo di carburanti.
A quelle persone voglio raccontare che è in atto una trasformazione delle automobili e che stanno apparendo sul mercato certe auto (le chiamano BEV) che viste dall’esterno non sono molto diverse da quelle solite, ma che hanno delle comode caratteristiche che si notano non appena si prova a guidarle. Ho detto che sono molto simili a quelle termiche, ma si possono riconoscere subito perché sono SPROVVISTE dei tubi di scappamento. Si tratta di auto che infatti non producono gas di scarico e che sono quindi estremamente ecologiche visto che non emettono impurità di alcun genere.
Pronti, si parte! Come si guida un’auto elettrica?
Proviamo quindi a partire insieme alla guida di una BEV (auto elettrica). La prima cosa che si nota appena si entra e si prova ad accendere il motore è che esso NON SI AVVIA, almeno così sembra. Infatti quando si preme il pulsante di START (quello che esiste anche nelle più moderne auto termiche) non si avverte alcun rumore e sembra proprio che non sia successo niente.
Ciò nonostante, dopo aver spostato una piccola levetta nella posizione DRIVE, basta premere leggermente sull’acceleratore che l’auto inizia a muoversi dolcemente. Non c’è nessuna differenza rispetto alle auto termiche dotate di cambio automatico perché le BEV sono per natura automatiche (per meglio dire non hanno il cambio) e quindi, come le proprie antenate, non hanno il pedale della frizione.
La cosa diversa che si nota subito però è anche che il movimento e la velocità segue la pressione fatta sull’acceleratore, ma se si pigia molto su quest’ultimo, anche se l’auto scatta come difficilmente accade in una termica, nessun rumore fa il motore e sembra soltanto di essere spinti da qualcuno molto forte dal posteriore dell’auto.
Il freno motore e la frenata rigenerativa
Se lo si vuole, e dopo poco da quando si comincia ad usare una simile auto, è possibile (utilizzando di solito le palettine a destra e sinistra del volante) aumentare e diminuire il freno motore.
Non spaventatevi è la frenata rigenerativa! Le due palettine, quelle che nelle auto termiche con cambio automatico, consentono di cambiare marcia manualmente, hanno lo stesso effetto che conoscete. Nel senso che quella di destra (che nelle termiche fa passare ad una marcia superiore consentendo di aumentare la velocità) riduce fino ad annullare il freno motore consentendo quindi più velocità e quella di sinistra (che nelle termiche fa passare ad una marcia inferiore riducendo la velocità) aumenta invece il freno motore consentendo che il motore freni l’auto.
Ma cosa è quello che ho chiamato freno motore? E’ proprio come se si innestasse una marcia inferiore in una termica dove quando si riduce o si lascia completamente l’acceleratore il motore frena la macchina. Tutti voi sapete che se si inserisce una marcia inferiore e non si pigia sull’acceleratore la macchina rallenta e più è bassa la marcia che si è innestata, più la macchina, sempre riducendo o rilasciando del tutto l’acceleratore, tende a rallentare.
Aumentando l’effetto del freno motore succede esattamente la stesa cosa anche in una BEV, ma la frenatura che si riesca ad ottenere in quel caso è così notevole che rilasciando completamente l’acceleratore è quasi come se si stesse frenando, tanto che è possibile rallentare l’auto fino a farla quasi fermare senza aver proprio toccato il pedale del freno (è quasi come se si fosse inserita la prima marcia per cui la frenata è notevole). Solo all’ultimo, quando ormai l’auto è quasi ferma, basta appena toccare il pedale del freno e ci si ferma completamente.
E’ da notare però che mentre in un auto con motore termico in prima marcia la frenatura si accompagna con un rumore del motore che va su di giri rabbiosamente, nel caso della BEV si nota soltanto l’effetto freno perché nessun rumore accompagna il forte rallentamento.
Lo start&stop non serve più!
Naturalmente nel momento in cui ci si ferma il motore della BEV è completamente fermo e non consuma carburante e tutto questo senza neanche che entri in azione quel meccanismo (Start/Stop) che è presente sulla vostra moderna macchina termica.
Quando si utilizza al massimo il freno motore, si finisce per guidare utilizzando solo il pedale dell’acceleratore e il freno non lo si utilizza mai anche in mezzo al traffico cittadino perché tutti i rallentamenti possono essere ottenuti soltanto graduando o rilasciando completamente l’acceleratore. Questo tipo di guida che viene presto preferito dai proprietari di BEV, si chiama GUIDA ONE PEDAL.
Nelle auto elettriche, l’usura freni è trascurabile
Vi ho descritto quello che si vede e si gusta durante la guida della BEV ma c’è anche qualcosa che avviene “di nascosto” che è molto utile. Quando si rilascia il pedale dell’acceleratore, non solo l’auto rallenta SENZA CONSUMARE LE PASTIGLIE DEI FRENI, ma si verifica una cosa quasi magica perché viene generato un po’ di “carburante” che si aggiunge al serbatoio. SI, è proprio così, le auto BEV quando rallentano fanno anche aumentare il “carburante” disponibile. Ci avreste mai creduto? Ebbene è proprio così.
Il risultato pratico di tutto questo è che in città, dove le auto termiche di solito consumano molto di più del solito, le BEV invece, proprio grazie ai continui rallentamenti, consumano di meno, perché ricaricano la batteria al litio durante le frequenti frenate.
Come si fa rifornimento in un’auto elettrica?
Ma ora vediamo come ci si rifornisce con una BEV. Di solito una buona auto elettrica può percorrere dai 300 ai 500 km senza rifornirsi, poi come tutte le auto occorre rifare il pieno, ma nel caso delle BEV ci si può dimenticare dell’esistenza dei distributori.
Se si è particolarmente fortunati, e lo sono tutti coloro che possono posteggiare l’auto nel proprio garage o nella propria area privata di sosta, appena si ritorna a casa e si scende dall’auto l’unica cosa da fare è prendere un cavo apposito (di solito in dotazione dell’auto) che da una parte ha una spina Schuko e dall’altra un particolare connettore che si chiama di Tipo 2). Collegare il connettore Tipo 2 all’auto e la spina Shuko ad una normale presa di corrente e lasciare così l’auto. Durante tutto il tempo che l’auto è ferma il suo serbatoio si riempie di carburante per cui non appena se ne avrà necessità, la si troverà pronta all’uso.
Ovviamente questa operazione richiederà un certo consumo aggiuntivo di corrente elettrica ma a conti fatti l’utente di una BEV sa bene che il costo per chilometro che ne viene fuori in questo caso FORTUNATO è più basso di quello che sarebbe stato necessario per un’analoga auto termica.
Chi ha un contratto di fornitura di energia elettrica di tipo BIORARIO può ottimizzare il risparmio, caricando di “carburante” la sua BEV di notte quando il costo dell’energia elettrica è minore. Inutile dire che se poi l’utente dispone anche di un impianto fotovoltaico allora il costo del carburante necessario si riduce quasi a zero.
La politica ed il governo si diano una mossa!
Ho detto che si è fortunati se si può collegare l’auto ad una presa elettrica del proprio contatore, ma non voglio dimenticare sia che c’è chi vive in grandi condomini e non ha questa possibilità, né dimenticare che se si desidera fare un viaggio lungo che supera l’autonomia dell’auto bisogna ricorrere comunque a delle colonnine di ricarica pubblica.
In questo caso la situazione in Italia non è tra le migliori (anzi direi che è la peggiore d’Europa), non perché le colonnine mancano, ma perché sono completamente disorganizzate e offrono il “carburante elettrico” a costi tali da eguagliare e in qualche caso addirittura ad essere superiori ai costi da sostenere per i carburanti delle auto termiche.
Questa situazione è sicuramente destinata a essere risolta, ma occorrerebbe un intervento legislativo che tarda ad arrivare a causa della posizione del nostro Governo e in particolare del Ministro Salvini che non fa altro che frenare una transizione che indipendentemente dalla sua volontà, comunque si verificherà.
Visto che ho nominato Salvini approfitto per segnalarvi un altro mio scritto che ho pubblicato sul mio BLOG nel quale esprimo il mio dissenso su quello che continua ad affermare. Ecco il link per chi vuol leggere anche quello scritto:
https://ffellico.blogspot.com/2024/05/salvini-e-le-auto-elettriche.html
Quindi chi non può fare il pieno a casa o chi deve fare spesso dei lunghi viaggi, almeno per ora, dovrà spendere per viaggiare quanto spendeva prima con la sua vecchia termica.
Colonnine in corrente alternata ed in corrente continua
Le colonnine comunque sono di due tipi, quelle a bassa potenza (in AC) per le quali occorre lasciare l’auto a rifornirsi per molte ore, e quelle vanno bene per chi non può ricaricare a casa e quelle ad alta potenza (in DC) che si trovano per lo più sulle autostrade, che consentono di fare il pieno in una mezz’oretta.
Tagliando, bollo e parcheggi: il risparmio è garantito con l’auto elettrica
Mi sono rivolto in questo scritto a quelli che, come ho detto, non hanno mai aperto il cofano della loro auto termica. Ma anche se non l’hanno fatto, certamente l’hanno fatto aprire qualche volta da un addetto di un distributore o anche in qualche officina per fare un rabbocco dell’olio o di tanto in tanto per sostituirlo del tutto…
Nel caso della BEV questa cosa non è necessaria perché le BEV non hanno alcuna necessità di olio lubrificante e tutti sanno quanto costa di solito un cambio dell’olio motore.
Per chi è molto ligio e fa eseguire regolarmente i tagliandi di manutenzione, non cambia niente, perché quei tagliandi si fanno regolarmente anche sulle BEV. L’unica differenza è che il costo è almeno una metà di quello delle auto termiche.
Infine per le BEV lo Stato non richiede il pagamento della tassa di proprietà per i primi 5 anni dall’acquisto e poi successivamente il costo di quella tassa è pari al 25% di quello che un’analoga termica pagherebbe. In più i Comuni consentono il transito delle BEV nelle zone ZTL e spesso offrono anche l’utilizzo gratuito delle zone di parcheggio a strisce BLU.
Conclusioni
Ho cercato di non parlare di fatti tecnici ma solo delle sensazioni di guida di una BEV, e dei vantaggi che offre, che, a mio avviso, sono tutti interessanti.
In aggiunta ai benefici di piacere ed economici che ottiene il guidatore non va dimenticato che la mancanza di gas di scarico è un ulteriore vantaggio utile alla comunità, a cui va aggiunto anche la quasi totale riduzione di polveri sottili prodotte dalle pasticche dei freni, visto che con la guida ONE PEDAL i freni non si usano quasi più.
Franco Fellicò